In viaggio con una mirrorless Fujifilm X-E2 corredata dell’ottimo XF35 f1.4, un corredo semplice ed efficace, leggero ma con tanta sostanza. Come promesso ecco la seconda parte di questo viaggio a Treviso e Venezia con le prime conclusioni sul sistema mirrorless di Fujifilm.
Itinerario
All’indomani della visita nella piacevole Treviso, con mia moglie decidiamo di passare la domenica a Venezia per una gita romantica. Lasciato l’hotel appena fuori Treviso ci dirigiamo velocemente verso Mestre, dove un comodo servizio Bus ci porta fino alla stazione ferroviaria di Venezia.
La mirrorless Fujifilm
Nella borsa messenger, la piccola X-E2, una batteria di riserva in più acquistata a Treviso e via di nuovo pronti per la passeggiata tra le calli veneziane.
Giorno 2 – Venezia
La nostra passeggiata inizia, ahimé, con una bella e tipica nebbia. Infatti l’atmosfera tiepida e la foschia rendono tutto più caratteristico e malinconico, il clima ideale per un giorno in laguna. Inoltre la luce soffusa è l’ideale per testare il 35 f1.4 sul il ritratto ambientato.
Ma qui sta il bello, vuoi visitare Venezia alle porte di Novembre senza neanche un pò di foschia?
Fuori dalle rotte più turistiche
Per non lanciarsi subito nella folla di San Marco evitiamo il vaporetto e prendiamo il primo ponte per attraversare il canale, che ci porta verso i quartieri meno frequentati e più vivibili della città. In un susseguirsi di calli e ponti attraversiamo campo San Giacomo dell’Orio e ci soffermiamo ad osservare la varie pendenze delle mura e campanile dell’omonima chiesa.
Non tutti i muri sono dritti a Venezia, si sa, ma fa lo stesso un certo effetto. E’ tutto un pò malconcio, intonaci, muri e le fondamenta sono completamente immerse nell’acqua della laguna a far da sponde dei canali.
Passeggiamo veloci verso il Ponte di Rialto passando sotto le logge del Mercato del Pesce, il campo della Pescaria e fino alla Chiesa di San Giacomo a Rialto, dove si erge il famoso e affollatissimo ponte. Al lato dei mercati, molti ristoranti tipici si affacciano sul canale. E’ possibile mangiare all’aperto sul Campo dell’Erberia, fa abbastanza freddo però. Le sedie sono corredate di pellicciotto per gli avventori ed i prezzi sono piuttosto alti. Oltretutto in questi giorni il livello della laguna è alto e l’acqua lambisce quasi i tavoli più vicini alla sponda del canal grande.
La Venezia più conosciuta
Attraversato il ponte siamo nella Venezia più turistica, nonostante l’acqua alta e la nebbia si comincia a capire la grande quantità di turisti che visitano la città ogni giorno, sia d’estate che d’inverno. Attraversata anche San Marco, con uno slalom tra le code sulle passerelle, prendiamo un vaporetto in direzione Dorsoduro. Passando per la Basilica di Santa Maria della Salute, in una lunga passeggiata, arriviamo fino allo Squero di San Torvaso dove si fabbricano le gondole. Ci sediamo proprio di fronte, sull’altro lato del canale, per concederci qualche Cicchetto ed un’Ombra di vino presso l’osteria Al Squero, appunto.
Dopo una piacevole pausa ritorniamo verso San Marco e passiamo anche a dare un’occhiata verso il ponte dei Sospiri, ma la visita volge al termine ed il freddo umido comincia a farsi sentire. Per il ritorno verso la stazione ci concediamo un comodo vaporetto che da S. Zaccaria procede in crociera lungo tutto il Canal Grande, lasciandoci godere della vista di tutti i meravigliosi palazzi che sorgono dalle fondamenta subacquee e sembrano galleggiare sulle sponde come fossero enormi battelli.
Esperienza d’uso
Dopo un weekend di viaggio e fotografia con la piccola mirrorless Fujifilm X-E2 posso dire che la prima impressione su questo nuovo sistema è più che positiva. La perdita del mirino ottico della reflex può spaventare chi vi è abituato da tempo, ma oltre l’EVF il resto è tutto uguale e forse anche più semplice. La perdita di peso dovuta all’assenza dello specchio e del prisma invece è tutta a vantaggio dell’esperienza fotografica.
La grossa differenza di utilizzo che distingue tutto il sistema mirrorless di Fujifilm, secondo me è nel design operativo. Avere delle ghiere comode ed intuitive al posto di rotelline da manovrare in punta di dita mi ha fatto riscoprire la semplicità di utilizzo della fotocamera. Ghiera diaframmi sull’obiettivo, ghiera dei tempi superiore, a portata di vista e di pollice e al posto della leva di carica, la ghiera per la compensazione dell’esposizione. Per dirlo alla toscana:
“Mi sembra di avere in mano la vecchia reflex Pentax meccanica del mio babbo”
Poi c’è un grosso vantaggio che da all’ EVF una marcia in più. Nel mirino elettronico, come nello schermo posteriore, si ha un live view dove ogni modifica di un parametro è immediatamente verificabile. L’immagine è chiara ed i colori fedeli allo scatto finale, la velocità di refresh è buona e non si ha la sensazione di alcun ritardo nei movimenti.
Prestazioni mirrorless
Non posso sbilanciarmi molto sulla velocità dell’autofocus, che sembra comunque veloce, ma visto il genere reportagistico rilassato di questa prima esperienza non è stato sottoposto a grande stress. Comodissimo invece il focus peaking, per la messa a fuoco manuale di precisione.
Qualità dell’ immagine
Posso dire di essere molto entusiasta della scelta di inserire le simulazioni delle pellicole Fuji che hanno fatto la storia del marchio. Nella elaborazione finale dei JPEG “on camera” o dei RAW (anche in Lightroom) è possibile applicare al file la simulazione colore di molte emulsioni classiche e moderne. Il sistema da un carattere ed un look molto interessante alle immagini senza lavorare troppo di postproduzione.
In casa Fujifilm il colore, ma anche il B&N, ottenuto con il sensore di tipo Xtrans, è la punta di diamante della qualità finale dell’immagine.
A voi la parola
Che ne pensate? Domande, curiosità? Lasciate un commento o anche la vostra esperienza con le mirrorless, ne discuteremo insieme!